Non è possibile usare il tasto destro del mouse per scaricare immagini o copiare testo.

Fortunato Depero

Fortunato Depero, Popolaresco

Richiedi info

Fortunato Depero (Fondo, 30 marzo 1892 – Rovereto, 29 novembre 1960) è stato un pittore, scultore, designer, illustratore, scenografo e costumista italiano.
Fu un importante esponente del Futurismo, quando si trasferì con la famiglia a Rovereto la Scuola Reale Elisabettina dove seguì l'indirizzo delle arti applicate.
Fu respinto all’esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna nel 1908 e per questo iniziò a lavorare per un marmista. Occupandosi di lapidi si scoprì particolarmente attratto dall'arte scultorea.
Nel 1913 si trasferì a Roma dove il clima artistico era decisamente Decadentista, ma dove erano vive le avanguardie futuriste; in contatto con Sprovieri, Balla, Cangiullo e Marinetti, partecipò all'Esposizione Libera Futurista Internazionale. Con lo scoppio della prima guerra mondiale mentre l'Italia era ancora neutrale, nel 1915 partecipò con Balla alla pubblicazione della "Ricostruzione Futurista dell’Universo", manifesto che aprì una nuova stagione del Futurismo, proponendo una fusione delle diverse arti e un maggior coinvolgimento dell’arte nella vita, associandola in particolar modo ai temi della violenza.
Nel 1917 preparò anche spettacoli teatrali e l’anno dopo, in collaborazione con Clavel, rappresentò a Roma i Balli Plastici, uno spettacolo in cui attori e ballerini erano sostituiti da marionette di legno. Dopo la guerra, Depero partecipò a varie mostre, anche a quella di Milano, dove Martinetti cercò di riunire e rilanciare i Futuristi del dopo guerra. Nel 1919 aprì a Rovereto la "Casa d’Arte Depero" nella quale venivano prodotti oggetti d’arte applicata, tarsie in panno e collages; nello stesso periodo realizzò anche decorazioni e arredamenti d’interni, come il Cabaret del Diavolo per il quale realizzò anche le decorazioni murali.
Nel 1924 durante la tournee del Nuovo Teatro Futurista, mise in scena al Teatro Trianon di Milano, il Balletto Meccanico Anihccam del 3000 (la parola macchina al rovescio), che verrà poi riproposto in più di venti città italiane. Prima della partenza per New York, nel settembre del 1928, Depero si era dedicato in modo particolare alla grafica pubblicitaria realizzando molti manifesti e lavorando in particolar modo come art director per la ditta Campari per la quale realizzò più di cento bozzetti, locandine, mostre e réclame. In accordo con Davide Campari realizzò loghi e manifesti colorati e stupefacenti che attiravano immediatamente l’attenzione dei consumatori. Nel ’32 disegnò anche l’iconica bottiglietta a forma di calice rovesciato, confermandosi un precursore del marketing e del branding come li conosciamo oggi.
In America, dove rimase per quasi due anni, si impegnò nel mondo della scenografia teatrale e nella pubblicità e quando tornò in Italia, fondò e diresse a Rovereto la rivista "Dinamo Futurista", partecipò a numerose mostre nazionali ed internazionali e si dedicò alla realizzazione di mobili, oggetti e pannelli decorativi con un nuovo materiale nato dall'autarchia imposta dal regime Fascista per far fronte alle sanzioni del 1928, il Buxus, un materiale per rivestimenti utilizzato da arredatori ed ingegneri del tempo, che non ebbe fortuna oltre il ventennio né oltre i confini d'Italia.
All'entrata in guerra l'Italia, Depero si arruolò volontario, ma dopo pochi mesi venne esonerato per motivi di salute e, rientrato a Roma, preparò una mostra dove espose più di duecento opere fortemente influenzate dallo stile di Balla. Durante la seconda guerra mondiale si ritirò a Serrada di Folgaria e accusato di essere stato un fascista per aver pubblicato, durante l'ascesa di Mussolini, il libro "A passo romano", nel 1948 si trasferì di nuovo negli Stati Uniti, dove cercò di pubblicizzare il nuovo materiale da lui utilizzato, il buxus. Trovò però una New York cambiata, ostile al futurismo perché considerato arte fascista.
Tornato a Rovereto nel 1956 completò la decorazione della Sala del Consiglio Provinciale di Trento e l’anno seguente, in collaborazione con il Comune di Rovereto, realizzò la Galleria Permanente e Museo Depero, istituzione che oggi conta più di 3000 fra dipinti e disegni, circa 7500 manoscritti e una ricca biblioteca sul Futurismo.