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Joan Mirò

Joan Mirò, Le chien bleu
Joan Mirò, La damoiselle à bascule
Joan Mirò, Le marteau sans maitre

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Joan Miró (Barcellona, 20 aprile 1893 – Palma di Maiorca, 25 dicembre 1983) è stato un pittore, scultore e ceramista spagnolo, esponente del surrealismo.
Mirò iniziò a disegnare all’età di otto anni e nel 1912 entrò alla Scuola d’arte di Barcellona, dove scoprì i fauve Matisse e Bonnard.
La sua prima esposizione fu alle gallerie Dalmau. In questo periodo la sua arte era molto segnata da un profondo attaccamento alla sua terra nativa, la Catalogna, alle sue tradizioni e al suo popolo. La Catalogna era dipinta dall’artista in modo quasi mitico, facendo combaciare il gusto che aveva per il dettaglio e la libertà espressiva che caratterizzava le avanguardie storiche.
Dopo poco si trasferì a Parigi, dove ebbe modo di conoscere Picasso, suo connazionale, e si legò al circolo dadaista di Tristan Tzara. Già in quel periodo la sua pittura mostrava una straordinaria originalità, caratterizzata da forme ipnotiche e sognanti.
Il suo passaggio al surrealismo fu segnato dall’opera “Terra arata” del 1923.
I segni grafici elementari, colori vivaci e forme astratte furono protagonisti delle sue opere, fece scomparire ogni effetto prospettico e i segni erano in completa libertà, l’unica concretezza a questi ultimi era data dai titoli delle opere che allontanavano l’idea che si trattasse di un’arte puramente decorativa.
Dagli anni trenta iniziò a cimentarsi in diverse tecniche artistiche, tra cui la stampa e la scultura, arrivando a creare opere innovative. Mirò sperimentò anche vari tipi di supporto per la pittura, come ad esempio la carta vetro o quella di ceramica. In quegli anni dipinse anche una serie di quadri dedicati alla terra in cui sperimentò nuove soluzioni pittoriche lavorando su altri supporti non usuali, come le lastre di rame.
I protagonisti delle sue opere furono condizionati dalla guerra di Spagna nel ’37. Con l’occupazione tedesca di Parigi Mirò rientrò in Spagna, vivendo in solitudine e rifiutando ogni collaborazione con il regime franchista. Le opere di questo periodo, sono contraddistinte dalla presenza di figure alate. Nel 1947 fece una grande decorazione murale per l’Hotel Terrace Palace di Cincinnati, durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti.
All’inizio degli anni ’60 si recò diverse volte negli Stati Uniti che gli attribuirono svariati tributi ed onori e lo influenzarono con la pittura informale.
La sua opera, che aveva cercato un linguaggio surreale semplificato, quasi astratto, nell’ultimo periodo si abbandonò al colore puro.