Non è possibile usare il tasto destro del mouse per scaricare immagini o copiare testo.

Mario Sironi

Mario Sironi, Nudo
Mario Sironi, Composizione
Mario Sironi, Composizione
Mario Sironi, Studio di nudo

Richiedi info

Mario Sironi (Sassari, 12 maggio 1885 – Milano, 13 agosto 1961) è stato un pittore, scultore, architetto, illustratore, scenografo e grafico italiano. Negli anni Trenta ha teorizzato e praticato il ritorno alla pittura murale. Iniziò presto a dedicarsi alla pittura seguendo i corsi della Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia e lo studio di Balla, dove ebbe modo di conoscere e legarsi tra gli altri ad Umberto Boccioni. In questo primo periodo Mario Sironi si dedica al divisionismo, benché tenda ad accentuare una visione della pittura legata ai volumi piuttosto che a geometrie piane. Dopo essere stato in varie città d’Italia e poi in Germania, quando tornò a casa, decise di aderire al Futurismo che lo portò ad occuparsi dei temi legati alla civiltà urbana ed industriale. ("Il camion", "Composizione con elica"). Nel 1914 nella Galleria "Permanente Futurista" a Roma, si tennero le prime mostre di questo movimento e Sironi fu presente a quella chiamata "Esposizione libera futurista", con una serie di sedici dipinti. In quel periodo il pittore iniziò a collaborare ai periodici "La Tribuna: Noi e il mondo" e "La Tribuna illustrata"; trasferitosi a Milano collaboròanche con la rivista "Gli Avvenimenti" e Marinetti lo inserì fra i dirigenti del Futurismo. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale come tutti i Futuristi interventisti, si arruolò volontario e finì la guerra come sottotenente. Nel 1919 lo stile di Sironi accolse temi metafisici, trattati in una maniera molto personale, con figure scolpite in forti chiaroscuri e paesaggi urbani dall’angoscioso realismo, nel senso di solitudine che rispecchiava l'orientamento psicologico del pittore e, più avanti, la sua ideologia politica. Sironi lavorò molto e partecipò ad esposizioni famose come la "Grande mostra futurista" a Palazzo Cova di Milano ed alla "Mostra italiana dell’Esposizione d’Arte Moderna" di Ginevra e, convinto sostenitore del partito fascista, diventò illustratore e grafico del quotidiano, organo del Partito Fascista, "Il Popolo d’Italia". Nel 1922 fondò, nella "Galleria Pesaro" di Milano, il movimento “Novecento”. In questi anni il pittore iniziò ad orientare la sua arte verso una rivisitazione del classicismo greco e romano, con un occhio alle ombre ed ai chiaroscuri di Caravaggio; tra i suoi soggetti preferiti, oltre al paesaggio urbano, figurarono anche il nudo, il paesaggio alpestre e il ritratto. Nel 1926, Sironi partecipò con altri 110 artisti alla grande mostra del "Novecento italiano", al Palazzo della Permanente di Milano che venne inaugurata, alla presenza di Mussolini. La vita dell'artista proseguì fino al 1930 da una mostra all'altra e da un'esposizione all'altra anche all'estero, collaborò anche con l'architetto Muzio nella realizzazioni di grandi allestimenti e creò anche il manifesto del "Crepuscolo degli dei" di Wagner per la prima rappresentazione alla Scala di Milano. Sironi continuando la sua strada verso il Classicismo, riproponeva il recupero di tecniche tradizionali come l'affresco ed il mosaico e si legò sempre di più ai temi ed ai modelli del Regime Fascista di cui diventò uno delle personalità artistiche più rappresentative. Nel 1932 espose con altri ventuno artisti italiani alla "Galleria Bernheim" di Parigi, partecipa alla XVIII Biennale di Venezia e riceve l’incarico di realizzare alla Mostra della Rivoluzione Fascista, alcune delle sale più importanti. Nel decennio seguente, oltre alla normale attività espositiva, il pittore affresca l’Aula Magna dell’università di Roma raffigurante "L’Italia fra le Arti e le Scienze", di ben 200 metri quadri. Nell'ultimo decennio della vita, Mario Sironi si reintegra nel tessuto artistico italiano, viene premiato in molte occasioni, fino al maggio 1961, quando gli viene attribuito il Premio Città di Milano, che risulta essere l’ultimo omaggio al grande Artista.