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Ottone Rosai

Ottone Rosai, Paese
Ottone Rosai, Via Toscanella
Ottone Rosai, Paesaggio

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Ottone Rosai (Firenze, 28 aprile 1895 – Ivrea, 13 maggio 1957) è stato un pittore italiano.
Nel 1933, Ottone Rosai firmò il "Manifesto Realista" in contrapposizione all’idealismo di Gentile, manifesto che esalta la cultura e l'arte fascista, ma dipinge ritratti antiretorici di un'umanità di "vinti".
Pr molto tempo la valutazione corretta e oggettiva di Rosai è stata ostacolata dalla sua adesione al fascismo e dalla sua omosessualità, che lo hanno reso mal voluto sia dai critici di sinistra che da quelli di destra.
Nel 1913, a soli diciotto anni, Ottone Rosai si avvicina al Movimento Futurista, vede le opere di Umberto Boccioni, e ne trae ispirazione e diventando poi amico di alcuni esponenti del gruppo fra cui Carrà e Severini.
Dall’aprile al maggio dell'anno dopo Rosai partecipò alla "Esposizione libera futurista" della Galleria Sprovieri a Roma, e intervenne ad alcune serate futuriste incominciando poi a collaborare alla rivista artistica “Lacerba”.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, aderendo alla filosofia futurista, si arruolò come volontario e fu presto inviato al fronte.
Dopo la guerra, continuò nell’elaborazione di un proprio linguaggio pittorico, costruito sulle precedenti esperienze futuriste, cubiste e metafisiche.
Nelle sue opere del periodo, si nota la vicinanza di Carlo Carrà e di Giorgio Morandi, l'ammirazione per Paul Cézanne e per il Quattrocento toscano, del quale utilizza un'antica tecnica, preparando il colore mescolato a lattice di fico come legante per la tempera.
I protagonisti dei quadri del pittore fanno riferimenti alla realtà ed all’uomo, sono nature morte, paesaggi e composizioni con figure.
Ottone Rosai amava riprendere i quartiere popolari di una Firenze minore, le viuzze ed i suoi uomini nelle osterie, dove il pittore sapeva catturare elementi metafisici.
Raggiunse finalmente il successo nel 1932 con la personale nella sua città, presso la Galleria di Palazzo Ferroni.
In questo periodo si dedica alla pittura di paesaggi e ritratti, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale, alla caduta del regime, è duramente attaccato e contestato dagli antifascisti.
Sicuro ed orgoglioso della propria arte, partecipa ad esposizioni collettive milanesi, nel '46 e nel '47 e apre anche una personale a Roma.
A partire dal 1950 si fa conoscere in ambito internazionale, partecipando a rassegne artistiche a Zurigo, Parigi, Londra ed a Monaco di Baviera, la sua attività espositiva si fa più intensa, come la sua pittura.
Partecipa ad una mostra sugli artisti italiani a Madrid e ad importanti collettive sul Novecento a New York.
Un'esposizione organizzata a Firenze girerà poi nei musei di molte città tedesche.
Nel 1956, all'interno della Biennale di Venezia, viene allestita una grande retrospettiva dell'opera di Ottone Rosai, che continua ad esporre a Bologna e a Trieste, fino al 13 maggio del 1957 giorno della sua improvvisa morte.