Victor Vasarely (Pécs, 9 aprile 1906 – Parigi, 15 marzo 1997) è stato un pittore e grafico ungherese naturalizzato francese.
È stato il fondatore del movimento artistico dell'Op art, sviluppatosi negli anni '60 e '70 e, insieme a Bridget Riley, il principale esponente.
Nel 1927, dopo aver studiato medicina per un paio d’anni all’università di Budapest, decise di dedicarsi all’arte e nel 1929 si iscrisse al Mühely, una scuola fondata da Alexandre Bortnyik che seguiva i principi del Bauhaus di Dessau. In questo periodo fece la conoscenza del Costruttivismo e dell’arte astratta. Lasciata l’Ungheria, nel 1930 si stabilì a Parigi, dove iniziò a lavorare come grafico. Nell’iniziale periodo grafico (1929-1946), l’artista pose le basi della sua ricerca estetica, esplorando tematiche che riprenderà più tardi.
Tra il 1935 e il 1947, riscoprì la pittura e, particolarmente influenzato dal Cubismo e dal Surrealismo, si concentrò sul ritratto, la natura morta e il paesaggio. Da un soggiorno a Belle-Isle nascono le opere del cosiddetto periodo “Belle-Isle” (1947-1958) che segnarono il passaggio all’astrazione attraverso l’impiego di materiali naturali. Del periodo “Denfert” (1951-1958) sono i curiosi disegni ispirati alle pareti della stazione metro di Denfert-Rochereau a Parigi. Seguirono il periodo “Cristal-Gordes” (1948-1958), con opere in cui forme dai colori contrastanti si giustapponevano, e il periodo “Bianco e Nero” (1950-1965), nel quale l’artista riprese le iniziali ricerche grafiche. Nel 1955 espose con altri rappresentanti dell’arte cinetica alla Denise René Gallery di Parigi e nello stesso anno pubblicò il suo Manifeste Jaune. Nel 1965 partecipò alla mostra “Responsive Eye” allestita al Museum of Modern Art di New York e dedicata interamente all’Optical Art.
Continuando i suoi studi sul movimento e sulla percezione, Vasarely ritornò a disegnare nel cosiddetto periodo “Vonal” (1964-1970), dove riprese temi lineari e grafici del periodo “Bianco e Nero”, aggiungendo però il colore. Dal 1968 ha inizio il periodo “Vega”, dove la deformazione degli elementi della composizione creava l’effetto ottico di rigonfiamento della superficie del dipinto. Nel 1976 creò ad Aix-en-Provence la Fondazione Vasarely, concretizzando così l’idea che l’arte non dovesse essere slegata dal contesto sociale e dall’ambiente che la circonda.