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Storia


L’attività della galleria Di Paolo Arte inizia nel luglio del 2003 con una mostra che in controluce fa intravedere alcune prospettive su cui poi la galleria si muoverà in seguito. “Pop art e neo espressionismo” con opere di Andy Warhol e di Mario Schifano non solo ha posto un problema di rapporto tra i due artisti simbolo della pop americana e italiana, ma ha fornito le tracce di una profonda quanto sostanziale diversità dei due approcci . La Pop italiana, ed anche europea, ha una matrice neo espressionista che ne caratterizza le origini e ne ha condizionato gli esiti Non la grafica o pubblicità sono le fonti d’ispirazione, quanto il mondo che ci circonda vissuto per frammenti, segni ricorrenti, familiarità acquisite nella familiarità quotidiana. Non vi è nessuna riproducibilità meccanica; Schifano continua sempre a dipingere, a utilizzare il dripping, e non a costruire multipli di multipli come ha saputo fare perfettamente Warhol. Ma è stata una mostra che ha contrapposto anche delle icone, come è giusto che fosse. Non solo le Marilyn di Warhol, forse la sua immagine-guida più conosciuta, ma anche per contrapposizione il celebre gruppo di futuristi di Schifano, quasi a ribadire che ognuno ha i propri eroi, e che i nostri sono altri artisti, non certo i divi dello spettacolo. Inoltre con questa mostra la galleria ha mostrato da un lato un’ampia apertura verso il panorama internazionale, come a Bologna non è certo frequente, dall’altro la proposizione di una linea italiana che già nella seconda mostra dell’ottobre 2003, dedicata all’Informale, prendeva corposa sostanza. “L’Informale -segno, gesto e materia” curata da Beatrice Buscaroli è stata un’esposizione estremamente rigorosa nelle proposte non solo per i nomi degli artisti, ma anche per le date. La “Natura morta” di Santomaso del 1953 o il Tancredi di “Una storia” del 1959, come il Corpora di “Mediterraneo” del 1956-57 sono lavori rilevanti per qualità e per importanza rispetto all’intera storia e poetica degli artisti.